Giornata Europea delle Persone con Disabilità

Giornata Europea delle Persone con Disabilità

11/12/2018



Sempre più grave  la disabilità 

Il 3 dicembre era la giornata mondiale per la disabilità.

La Commissione Europea, in accordo con le Nazioni Unite nel luglio del 1993 ha reso il 3 dicembre la Giornata Europea delle Persone con Disabilità. Da allora, questa giornata è un appuntamento non solo per i disabili, ma anche per le loro famiglie, gli operatori, i professionisti che operano nel sociale e tutti noi.

Ogni anno, un tema diverso. Il focus 2018 è stato dare la possibilità a persone con disabilità di una vita inclusiva e sostenibile "Nessuno venga lasciato indietro".

In occasione della Giornata Internazionale delle persone con disabilità, promossa dalla Commissione U.E. in accordo con le Nazioni Unite, è stato reso noto che:

  • sono 4 milioni e 360.000 le persone disabili in Italia, e di questi, circa un terzo(1,5 milioni) vive solo. Secondo i dati Istat sono quasi tre milioni i disabili che vivono in Italia, con una concentrazione maggiore nelle isole. Secondo il Censis invece le persone disabili sarebbero 4,1 milioni, dato frutto della rilevazione a campione effettuata telefonicamente su 1500 persone. I dati Istat,  sono invece il frutto dell'analisi sulle “Condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari”, integrata con i dati dell'indagine sui “Presidi residenziali socio-assistenziali”. Prendendo in considerazione il rapporto Istat “La disabilità in Italia“, nel nostro Paese le persone con disabilità con più di sei anni che nel 2004 vivevano in famiglia sono 2 milioni e 600 mila. A queste vanno aggiunte altre 190 mila che vivevano in istituto.
  • quasi la metà, 2,6 milioni, hanno più di 65 anni. Tra questi circa 700 mila persone hanno problemi di movimento, oltre 200 mila hanno difficoltà nella comunicazione e nei sensi (incapacità di parlare, vedere o sentire), quasi 400 mila hanno limitazioni che impediscono le normali funzioni della vita quotidiana.
  • quasi il 10% dei disabili soffre di un disturbo depressivo grave;
  • in Italia , nel 2016, sono stati spesi per la disabilità 28 m/di€ pari al 5,8% della spesa per la protezione sociale; 27 m/di€ sono trasferimenti monetari. In sostanza il modello Italiano è sostanzialmente basato su interventi con trasferimenti economici pari al 96,4%, mentre nei principali paesi Europei la quota è pari al 71,2%;
  • la spesa pro-capite, a parità di potere d'acquisto, da noi è di 457€/annue e si colloca a metà nella graduatoria U.E a 28 paesi.
  • comunque sia ,sono sempre gli anziani ad avere difficoltà nel ricevere gli aiuti necessari; il 58% di essi (quasi 1,5milioni) presentano difficoltà nell'attività di vita quotidiana; in particolare il bisogno di aiuti si attesta al 49%(circa 1,3 milioni) tra coloro che hanno gravi difficoltà nel preparare i pasti, fare la spesa etc...: Ben il 16% di costoro, più di un milione, non riceve nessun aiuto

Senza interventi correttivi, questo sistema andrà ulteriormente in crisi ,a causa della bassa natalità e della diminuzione della dimensione della famiglie. Occorre perciò rivedere il modello di Welfare Italiano, modificando l'allocazione delle risorse economiche poiché, le proiezioni per il 2028 indicano che, a tale data, gli ultra 65enni non in  grado di svolgere le attività quotidiane per la cura di se stessi (lavarsi, mangiare etc....) saranno circa 1.600.000.

“Nel nostro Paese siamo ancora lontani da una cultura della disabilità che sia inclusiva in tutti gli ambiti della vita, ed è la società stessa che ci rende disabili, non lo siamo noi. Mi auspico un giorno che ovunque, nelle case, negli edifici, per le strade, in Tv e sui giornali, siano già inclusi e previsti gli ausili e gli accorgimenti che garantiscono la piena fruibilità e accessibilità anche alle persone con disabilità fisiche e sensoriali – sostiene Alberto Farina Segretario Generale FNP CISL Sardegna – Nessuno oggi, nel nostro Paese, entrando in una casa, si chiede se c'è l'acqua o la corrente elettrica, lo diamo tutti per scontato. Vorrei che questo avvenisse anche per le rampe di accesso agli edifici, per i segnali sonori agli attraversamenti per strada e per la lingua dei segni nei programmi tv, così da diventare una cosa del tutto normale”.