IL BLOCCO DELLA PEREQUAZIONE. NIENTE DI NUOVO.

07/01/2019



Ecco perchè FNP e CISL scenderanno in piazza

Nulla di nuovo, bloccare le perequazioni delle pensioni per riequilibrare la finanza pubblica è stata prassi comune di tanti Governi di ogni orientamento e colore politico.
1. Nel 1997 bloccate per un anno tutte le pensioni superiori a 5 volte il minimo e si riduce la percentuale dal 75% al 30% per altri due anni. Inoltre, si bloccano per tre anni le pensioni superiori a 8 volte il minimo.
2. Nel 2008 si blocca per un anno la perequazione delle pensioni superiori a 8 volte il minimo.
3. Nel 2011 si blocca per il 2012 e per il 2013 la perequazione delle pensioni superiori a 5 volte il minimo. Sempre nel 2011 il governo Monti Fornero blocca per lo stesso periodo la perequazione delle pensioni superiori a 3 volte il minimo.
4. Nel 2013 il governo Letta modifica il sistema, istituendo per il triennio 2014 - 2016, la perequazione per fasce verticali, prorogata poi dai successivi Governi fino al 2018.
5. Nel 2015, la Corte Costituzionale interviene sulla materia e, in risposta alle questioni di costituzionalità poste dal tribunale di Palermo, dalla Corte dei Conti dell'Emilia Romagna e dalla Corte dei Conti della Liguria, dichiara l'incostituzionalità dell'art. 24, comma 25, del Decreto legge n. 214/2011, in quanto in contrasto con gli art.li 3, 36 e 38 della Costituzione. Dopo la sentenza della Corte Costituzionale è intervenuto il Decreto legge n. 65/2015, noto come decreto Poletti, che è stato emanato senza alcun confronto con il sindacato, in particolare con quello dei pensionati. Una restituzione parziale del solo 12% medio del blocco perequazioni pensioni di Monti - Fornero.

6. Nel 2018 il governo Conte modifica il sistema, istituendo per il triennio 2019 – 2021 una perequazione "raffreddata" su sei fasce.

LA NORMA

Nel mese di gennaio viene applicato in via provvisoria il rilevamento calcolato dopo il 30 settembre dell'anno precedente. Entro il 31 dicembre di ogni anno l'indice viene calcolato in via definitiva. Se differisce da quello provvisorio sarà oggetto di conguaglio di cui gli effetti si avranno un anno dopo, cioè a gennaio dell'anno successivo a quello in cui è stato applicato l'indice provvisorio.
Il DM 16.11.2018 del MEF ha confermato l'aumento percentuale di 1,10% per il calcolo della perequazione delle pensioni per l'anno 2017 a partire da 1.01.2018. L'indice definitivo da 1.01.2018 non ha subito variazione rispetto a quello provvisorio di 1.10%. Quindi non ci sarà nessun conguaglio, e per il nuovo anno la perequazione comporterà un aumento percentuale di 1.10% dal 1.01.2019.
Dal 2012 al 2019 (governi Monti, Letta, Renzi, Conte) l'indice di perequazione delle pensioni 100% è applicato solamente per le pensioni che non superano tre volte il trattamento minimo, gli altri importi degli assegni sono sempre stati “aggiustati e/o bloccati”
Il governo Conte non ha mantenuto i patti sottoscritti tra governo Gentiloni e Cgil, Cisl; Uil, pertanto non sarà ripristinato il sistema che prevede la rivalutazione su fasce di importo (legge n. 388/2000 governo Prodi). Alleghiamo all'articolo una simulazione pratica degli effetti del nuovo calcolo introdotto dal Governo Conte

I sindacati dei pensionati sono consapevoli di avere una missione importante da compiere-commenta Alberto Farina, Segretario Generale della FNP CISL Sardegna-  tenere insieme il Paese, tenere insieme le generazioni, tenere insieme le comunità. Pertanto sia al livello nazionale che regionale metteremo in campo iniziative unitarie di mobilitazione ed attraverso queste noi ribadiamo e ribadiremo ancora una volta la nostra ferma determinazione a difendere, con tutti i mezzi a nostra disposizione, il reddito dei pensionati.

(Fonte: Emilio Didonè - FNP CISL Lombardia)