LONG TERM CARE - RICERCA BOCCONI E SITUAZIONE SARDA

LONG TERM CARE - RICERCA BOCCONI E SITUAZIONE SARDA

26/09/2019



Alberto Farina interviene sulla situazione sarda e propone una nuova svolta

Secondo il Rapporto sull'innovazione e il cambiamento nel settore Long Term Care realizzato da CERGAS SDA Bocconi, si conferma che a fronte del bisogno crescente in termini di assistenza e servizi per le persone over 65 non autosufficienti, i servizi attualmente disponibili (pubblici e privati) non riescono ancora a fornire una risposta adeguata ai bisogni delle famiglie. Dal 2013 al 2016 gli over 65 non autosufficienti in Italia sono aumentati del 4,6% mentre i servizi pubblici ad essi dedicati sono rimasti praticamente costanti, passando da 10,4% a 10,2%. In Sardegna nel 2017 gli over 65 sono il 22,7% della popoalzione residente. Dal 2013 sono cresciuti di quasi 3 punti percentuali. Il risultato è che l'Italia è un paese anziano che continua a investire poco nel Long Term Care. E così anche la Sardegna, seppure rispetto alle altre regioni italiane ha una situazione migliore per via dell'attuazione della Legge 162 in maniera innovativa rispetto al resto del panorama nazionale.

In questo scenario, le badanti hanno superato un milione di unità nel 2018 confermando di essere la soluzione più diffusa e capillare nel nostro Paese (ad esempio si ricordi invece che gli ospiti dei servizi residenziali – RSA – sono circa 287.000 ogni anno). Emerge una forte necessità di rivedere i modelli di servizio e ricercare soluzioni innovative.

Lo spaccato regionale

Stringendo il campo di osservazione sulla popolazione over 75 non autosufficiente e su due tipologie di risposta al bisogno, quella istituzionale tramite RSA e quella tramite badanti, il rapporto evidenzia l'esistenza di tre situazioni a livello Paese: in alcune aree geografiche sia i servizi pubblici che la presenza delle badanti sono molto poco diffusi, infatti insieme raggiungono tra il 14 e il 30% della popolazione over 75 non autosufficiente. Le regioni coinvolte sono Molise, Basilicata, Sicilia, Puglia, Calabria, Abruzzo e Campania. In questo caso il peso della cura è molto spostato sulle famiglie. In altre aree si riscontra una più strutturata presenza di badanti, una rete che, da sola, arriva a coprire tra il 41 e il 65% del fabbisogno degli over 75, in presenza di una diffusione eterogenea di servizi pubblici. Si tratta di: Valle D'Aosta, Umbria, Toscana, Sardegna, Lazio, Friuli, Liguria ed Emilia-Romagna. Infine, in altre ancora (Veneto, Piemonte, Trento e Lombardia) la rete pubblica è molto più estesa così come il ricorso a badanti. I due servizi insieme forniscono una copertura che supera il 70%.

L'andamento nel territorio

Le colf registrano invece cali in tutte le regioni, probabilmente per la crisi economica (crescono solo in Puglia e in Lombardia). La distribuzione delle due tipologie di lavoratori domestici è eterogenea nel territorio. Il 37% delle badanti si concentra in tre regioni (Lombardia, Emilia Romagna e Toscana), ma se rapportate al numero di anziani residenti si registra una maggiore incidenza nelle regioni del Centro-Nord, rispetto a quelle del Sud (fatta eccezione per la sola Sardegna).

In Sardegna sono 44.529 i lavoratori domestici registrati nel 2017 dall'Istat, dunque regolari. Oltre 40mila sono donne, e se nel resto d'Italia l'occupazione è appannaggio di cittadini stranieri, nell'Isola la percentuale degli italiani sfiora l'80% del totale. Sono infatti più di 35mila (35.052) colf e badanti italiane, o italiani, contro appena 9.207 stranieri. Il 70% degli stranieri viene dall'Europa dell'Est, quasi l'11% (1.004 per la precisione) dalle Filippine. Poi c'è il Nord Africa, con 612 addetti che incidono per il 6,6% sul conto totale.

Parliamo tuttavia di un settore in cui c'è molto nero, ammonisce il Segretario Generale della FNP CISL Sardegna: "La professionalità ha un costo e le famiglie, tra l'urgenza del momento e la mancanza di redditi adeguati, hanno difficoltà a sostenerlo. In alcuni casi si perdono anche nella burocrazia, si attiva così un meccanismo perverso che in troppi casi porta al lavoro nero. Per questo motivo già da molti anni come FNP CISL Sardegna collaboriamo a stretto contatto con il nostro CAF (CISL) che da quasi un decennio ha aperto lo sportello COLF e BADANTI ormai in tutti i territori".

L'incidenza del lavoro nero

Il numero complessivo dei lavoratori domestici in Italia è di circa due milioni: c'è infatti una componente di lavoro irregolare stimata al 60 per cento. “Ritengo che una soluzione potrebbe essere, ad esempio, consentire la deducibilità totale o almeno in percentuale anche delle retribuzioni di una badante regolarizzata, oltrechè dei contributi (che sono già deducibili), sarebbe una misura di equità sociale oltre che di emersione del lavoro nero” continua Alberto Farina nella sua intervista.

Quali le strategie per il futuro del long term care?

 “In prospettiva futura sappiamo che la sfida demografica e, quindi, anche l'aumento dei non-autosufficienti, è implacabile. I servizi per come li conosciamo oggi, ci mostrano che il welfare pubblico riesce ad arrivare fino ad un certo punto considerando che le risorse finanziarie a disposizione sono limitate e contingentate anche da un periodo di scarsa crescita” – continua Farina – “rispetto a questo la FNP CISL al livello nazionale si sta facendo promotore di alcune spinte di cambiamento anche se gli investimenti dedicati non sono ancora tali da renderli dirompenti. La Sardegna è osservata con particolare attenzione dalle altre regioni italiane in quanto ha attuato la legge 162/98 in modo fortemente innovativo, offrendo una pluralità di risposte alle famiglie che hanno nel loro ambito un componente con disabilità, promuovendo interventi di assistenza domiciliare, di assistenza educativa, di accoglienza in centri diurni, interventi fortemente personalizzati progettati dalla famiglia insieme agli operatori professionali e sulla base di esigenze e di risposte assistenziali definite congiuntamente. Come Federazione Regionale monitoriamo costantemente questa attività al fine di intervenire anche con la nuova giunta Regionale per migliorarne l'applicazione”.