IPOTESI DI MANOVRA FISCALE E QUOTA 100 - L'INTERVISTA DI ANNA MARIA FURLAN

IPOTESI DI MANOVRA FISCALE E QUOTA 100 - L'INTERVISTA DI ANNA MARIA FURLAN

19/09/2018



La nostra Segretaria Generale scrive sul "Mattino" di oggi e chiede un confronto sulla manovra e sulla riforma delle pensioni

Come sempre Anna Maria Furlan non si fa influenzare ed esamina tuti gli aspetti delle problematiche sul tavolo. Così, quindi, anche per la cosiddetta "Quota 100". Ma cos'è la Quota 100? La Quota 100 è una proposta di revisione parziale della Riforma delle Pensioni introdotta nel 2011 durante il Governo Monti dall'allora Ministro Elsa Fornero (Riforma Fornero). La sua introduzione, annunciata dai vicepremier Salvini e Di Maio per il 2019, consentirà l'uscita anticipata dal mondo del lavoro (rispetto alla Legge Fornero) per tutti coloro che vantano un'anzianità lavorativa che, sommata all'età anagrafica, risulti 100. Si ipotizza una soglia minima di età di 64 anni, recentemente scivolata a 62 ma di fatto non ancora definita. Ad esempio, il prossimo anno un lavoratore con 35 anni di contributi e 65 di età potrebbe andare il pensione due anni prima rispetto alla Riforma pensioni Fornero (che richiede almeno 67 anni). La Quota 100 è sicuramente conveniente per chi possiede diversi anni di contributi, mentre non è risolutiva per chi di anni di contribuzione ne possiede pochi. Da Salerno, dove è presente insieme ai leader di CGIL e UIL per celebrare il quarantennale della riforma sanitaria, Anna Maria Furlan condivide la bontà di quota 100 e dei 62 anni, oppure quella dei 41 anni di contributi, ma invita il Governo ad aprire un confronto serio o si rischia di commettere gravi errori come quelli intervenuti nella Riforma Fornero. Per esempio occorre esaminare un altro aspetto della quota 100: la situazione del sud ed in particolare delle donne che lì lavorano. Il loro lavoro è spesso discontinuo, e non permette di sommare la contribuzione all'età anagrafica. Pertanto il rischio è che molte di loro rischierebbero di uscire solo a 67 anni con il pensionamento di vecchiaia. Con le donne corrono questo rischio anche intere categorie di lavoratori, ecco perchè occorre urgentemente il confronto. 

"Condivido completamente la posizione della nostra Segretaria Generale Anna Maria Furlan" commenta Alberto Farina Segretario generale FNP CISL Sardegna "la pensione quota 100, nella generalità dei casi, dal punto di vista dei requisiti richiesti appare più conveniente della pensione anticipata, peraltro la convenienza sarebbe maggiore nel caso in cui non siano stabiliti un'età minima ed un requisito contributivo minimo: basti pensare che chi ha 60 anni, con la quota 100 potrebbe pensionarsi con soli 40 anni di contributi, chi ne ha 61 con 39 anni, e così via. Certamente, per valutare la convenienza si dovrebbero valutare anche gli ipotetici sbarramenti, ossia l'eventuale età minima e la annualità di contribuzione minime. Se, poi, la quota 100 non sarà assoggettata agli adeguamenti legati alla speranza di vita, la convenienza sarà ancora maggiore. Ma, di contro, ci sono tanti aspetti da considerare, non ultimo che dai dati INPS le regioni in cui risiedono più titolari di pensioni di anzianità sul totale sono quelle del Nord Italia: Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna e Veneto, che occupano nell'ordine i primi posti della classifica. Gli ultimi posti sono invece per le regioni del Centro-Sud (Molise, Basilicata, Umbria, Calabria) e quelle a statuto speciale (Valle d'Aosta, Sardegna, Trentino-Alto Adige) a eccezione della Sicilia che si trova a metà classifica. In percentuale circa la metà dei titolari di pensione anticipata risiede al Nord (quasi il 20% in Lombardia), uno su cinque al Centro e il resto al Sud. Ecco perchè il confronto deve assolutamente essere aperto per evitare i pasticci che si sono susseguiti in questi anni".