CHIUSURA SEDI INPS IN SARDEGNA - IL GRIDO DELLA CISL UDITO IN REGIONE

08/10/2018



La Presidenza del Consiglio Regionale convoca le parti sociali per il prossimo 10 ottobre

La FNP CISL SARDEGNA, insieme alla CISL Sarda, aveva per prima lanciato l'allarme sul pericolo del ridimensionamento delle sedi INPS. Lo ha fatto sul sito con l'articolo del 22 giugno 2018 (poi condiviso su facebook e twitter) in cui era stato allegato anche il provvedimento di chiusura.

Infatti il “Nuovo modello di presidio territoriale ad operatività differenziata”. Sottotitolo: “Proposta per una evoluzione del ruolo dell'Agenzia e del modello di distribuzione dei servizi e delle attività produttive”, che vi riproponiamo in immagini allegate all'articolo, in termini più spiccioli è il progetto della Direzione Generale I.N.P.S per riorganizzare la rete di agenzie. L'adozione tout court dei criteri ivi stabiliti comporterebbe la chiusura di 11 delle 19 sedi esistenti.  L'obiettivo ufficiale è  “migliorare la qualità  e l'efficienza del servizio, contemperando i processi di accentramento di talune attività  produttive con il valore della prossimità  fisica al cittadino-utente”. La determina era del 16/5/2018 contenente il regolamento di attuazione del decentramento territoriale. In esso sono confermate le indicazioni per la creazione e/o il mantenimento delle agenzie. Sono quindi a rischio, le agenzie di Alghero, Tempio, Ozieri, Carbonia, Assemini, Senorbi', Macomer, Siniscola, Lanusei, Sorgono e Ghilarza.

Successivamente la FNP CISL si è espressa nuovamente sulla Nuova Sardegna il 28 giugno, in sede di elezione del nuovo Segretario Generale Regionale Alberto Farina che nei suoi punti programmatici inseriva, appunto, la contrapposizione alle chiusure dell'Istituto, in concomitanza, lo stesso giorno, alle dichiarazioni denuncia di Fabrizio Carta, Presidente del Comitato INPS di Cagliari,  sull'Unione Sarda. Sulla chiusura si è espresso di recente anche Davide Paderi  Segretario Generale della FP CISL Regionale il 6 ottobre. A seguito di queste proteste tutte le parti sociali sono state convocate il 10 ottobre dal Presidente della Giunta Regionale.

Alberto Farina, Segretario FNP CISL SARDEGNA, si esprime in maneira molto severa, ricalcando la posizione già assunta da Piero Agus “in merito noi sosteniamo che si tratta di criteri troppo rigidi e inapplicabili in una realtà come la Sardegna e le nostre province. Ancora una volta il ragionamento dei numeri prevale sulle realtà con densità demografica inferiore a quella stabilita; non si tiene conto della specificità della Sardegna, né di quei territori delle zone interne in cui lo spopolamento è in continua crescita, a causa principalmente della mancanza di occupazione e quindi di certezze per il futuro delle nuove generazioni. Ma anche per il continuo defilarsi di quei servizi essenziali, che sono ancora un deterrente all'abbandono da parte dello Stato. Chiediamo quindi che il Ministero riconosca questa specificità sarda: qui è un grande centro anche quello da 15-20mila abitanti e le distanze sono notevoli e significative fra un centro e l'altro. In questo senso F.N.P. CISL e CISL Sarda chiedono che le forze politiche sarde ed il governo della regione stessa si schierino nettamente e con forza contro questa ingiustificata chiusura”.