La festa di Sant’Efisio

01/05/2022



Fra culto e tradizione: la più grande manifestazione del Mediterraneo

Quella in onore di Sant'Efisio, oltre a essere tra le più antiche, è anche la più lunga processione religiosa italiana, con circa 65 km percorsi a piedi in 4 giorni, e la più grande del Mediterraneo.La festa di sant'Efisio inoltre è la più importante processione religiosa della Sardegna. Per questo Come sempre una gran folla di fedeli e turisti ha invaso oggi le vie di Cagliari per rinnovare un'esperienza di fede e partecipazione popolare che si ripete ininterrottamente dal 1657.
Si svolge ogni anno nel giorno di 1º maggio dal 1657. Nelle strade del centro cittadino, i colori e le suggestioni di un'Isola si susseguono in un lunghissimo corteo di figuranti a piedi e a cavallo che scortano il simulacro del santo salutato da due interminabili ali di folla. 

LA STORIA. La leggenda narra che nel 1656 i cagliaritani invocarono sant'Efisio perché sconfiggesse la peste del 1652 che, nell'aprile di quell'anno, era giunta ad Alghero dalla Catalogna su un veliero mercantile. L'epidemia si era rapidamente diffusa in tutta l'Isola colpendo in particolar modo Cagliari, dove uccise circa diecimila persone dimezzandone quasi la popolazione. Secondo il canonico Giovanni Spano, sant'Efisio apparve a quel punto al viceré conte di Lemos per richiedere, in cambio della liberazione della città dalla peste, il voto della processione del 1º maggio. L'Amministrazione comunale cagliaritana, così, nel 1656 fece un voto a sant'Efisio: se fosse riuscito a sconfiggere la peste, ogni anno si sarebbero svolti una processione e dei festeggiamenti in suo onore, partendo dal quartiere di Stampace, fino ad arrivare a Nora, dove il santo era stato martirizzato. Le abbondanti piogge di settembre fecero scomparire la peste e dall'anno successivo, il 1º maggio, si rispetta il voto fatto al santo. Il Santo è stato portato in processione persino sotto i bombardamenti e durante il lock down (senza fedeli naturalmente) senza mai (per nessuna ragione interrompere) il voto del 1656.