LA CRISI STRUTTURALE SARDA LEGATA ALL'INVECCHIAMENTO

06/06/2025



La Sardegna affronta una crisi strutturale legata all’invecchiamento, alle pensioni basse, e alle mancate risposte da parte del welfare pubblico. I dati dell’articolo edito da Unione sarda allegatomostrano una situazione critica: pensioni spesso insufficienti, un radicamento patrimoniale anziano e un sistema di welfare sempre più dipendente dal privato. 

Gli over 65 rappresentano un pilastro economico e sociale: in Italia detengono circa l’76–88 % del patrimonio immobiliare nazionale (estremamente concentrato nella fascia anziana) – un valore strategico non solo per il welfare, ma anche per l’economia regionale.

In Sardegna, il tema delle pensioni sta diventando sempre più critico. Le cifre parlano chiaro: l’importo medio delle pensioni nell’isola si attesta attorno ai 906 euro mensili, ben al di sotto della media nazionale, che è di circa 1.091 euro. Ancora più allarmante è il fatto che il 64% degli assegni mensili non supera i mille euro e oltre il 21% resta sotto la soglia dei 1.500 euro. Questo quadro è reso ancora più problematico da un forte squilibrio di genere: le donne ricevono in media 913 euro al mese, contro i 1.542 degli uomini, confermando una disparità storica che espone le pensionate a un rischio maggiore di povertà.

Il contesto demografico rende la situazione ancora più delicata. L’indice di vecchiaia, che misura il rapporto tra la popolazione anziana e quella giovane, è salito drasticamente: nel 2015 era di 181,6, ma nel 2024 ha raggiunto quota 265,9. Ciò significa che per ogni 100 giovani, ci sono quasi 266 anziani. Anche l’indice di dipendenza senile, cioè il numero di anziani ogni 100 persone in età lavorativa, è aumentato dal 32,7% al 42,5% in meno di dieci anni, superando la media nazionale del 38,4%. Questo squilibrio mette in seria difficoltà il sistema di welfare, ormai sempre più sotto pressione.

Un altro aspetto critico riguarda l’assistenza. In Italia, il 70% dei circa 500.000 lavoratori domestici è costituito da badanti, segno evidente del crescente bisogno di cure domiciliari e del progressivo indebolimento dei servizi sanitari territoriali. Anche in Sardegna, molte famiglie si affidano all’assistenza privata, spesso non regolamentata, per sopperire alle carenze del sistema pubblico. La spesa sanitaria, intanto, continua a crescere e l’erosione del potere d’acquisto delle pensioni si fa sentire con forza.

Infine, il tema della fuga dei giovani e del declino demografico si intreccia in modo drammatico con quello dell’invecchiamento. Senza nuove generazioni, senza un patto produttivo per il rilancio dell’occupazione e della natalità, l’intero sistema rischia di diventare insostenibile. Ecco perché oggi, più che mai, parlare di pensioni significa parlare del futuro di tutti.

La FNP Cisl  lancia un appello forte: serve un patto territoriale, politiche integrate tra salute, previdenza e rigenerazione economica, utili a sostenere gli anziani e riattivare il circolo generazionale.  Mimmo Contu "bisogna evitare misure a breve termine – come aumenti spot delle pensioni – e invece puntare su interventi strutturali, di lungo periodo, capaci di sostenere stabilmente il potere d’acquisto dei pensionati".